Ci avete dimenticato,
Anche se avete promesso di non farlo.
Ci avete dimenticato o, forse, non ci avete mai nemmeno
conosciuto, in fondo eravamo solo numeri.
Non eravamo figli, genitori, dottori, studenti, operai..
Non eravamo un nome, una storia, un futuro, eravamo solo
l'accusa di voler sottrarre il mondo, il potere.
Avete dimenticato i chilometri che ho corso per scappare dai
soldati, i vestiti nuovi che mi sono
stati strappati, avete dimenticato i miei capelli lunghi che volevo far ancora
crescere.
Avete dimenticato ogni cosa.
Poi, avete promesso di non rifarlo, di insegnare ai vostri
bambini ad apprezzare la diversità, lo avete promesso davanti a quei film che
trasmettete solo il 27 gennaio, quando alle volte vi vengono gli occhi lucidi.
Lo avete promesso a voi stessi durante la visita ai campi di
concentramento, dove avete potuto solo vagamente immaginare le atrocità, dove
qualcuno di voi si è scattato anche una foto ricordo, come si fa per le cose
belle, senza pensare che di cose belle noi lí non ne abbiamo vissute.
Per un po' di tempo ve ne siete ricordati, poi avete
ricominciato ad accusare chi non è come voi di volervi portare via il lavoro,
ma prima degli stranieri avete accusato i meridionali e ancora prima non lo
avete permesso alle donne.
Avete dimenticato il messaggio che doveva arrivarvi, e
alcuni di voi azzardano ad esclamare “si stava meglio quando si stava
peggio" o, “con Mussolini si dormiva con le porte aperte", senza
pensare che quella non era una realtà di tranquillità e di fiducia ma di
terrore, e al terrore dovreste preferire le porte chiuse.
Vi dimenticate di noi tutti i giorni, ogni volta che agite
da razzisti, che vi fate convincere che con la violenza si arrivi alla pace,
ogni volta che già il 28 gennaio non parlate più di noi.