Perché le persone sono sempre ciò che fa la differenza.....

 È una semplice domenica sera, ed io sono in viaggio, su un non eccessivamente comodo sedile di un treno per nulla speciale. Tanti pensieri per la testa, tante speranze in petto, quando qualcosa interrompe il mio meditare: si illumina un ricordo, inseme allo schermo del telefono, è una e-mail dal liceo! (...da un amico da poco lasciato.)

L'e-mail esprime la richiesta di compilare un breve questionario, un tentativo di conservare una vicinanza, un contatto con me, e confessa la speranza di avermi dato "tanti strumenti" per raggiungere obiettivi e successi. Mi si allarga un sorriso, resto felicemente stupita, ma subito percepisco che c'è qualcosa di impreciso, che quella frase, per me, è povera, non rende giustizia. Mi raggiunge un desiderio, quello di rispondere, di specificare, perché quei semplici "strumenti" sembrano stridere con ciò che invece riecheggia dentro, con ciò che mi appare come un debito assai più grande.

Le parole sgorgano spontanee.

(Non credevo che sarebbero state pubblicate, credevo che queste mie parole sarebbero rimaste una voce sottile sottile, un bisbiglio tra i corridoi, un sussurro all'orecchio, ma se la mia esperienza potrà dare un po' di fiducia e speranza anche ad una persona soltanto, condividerla con voi sarà per me un prezioso guadagno di gioia.
Abbiate fiducia sempre, date a cose e persone la possibilità di stupirvi, di avere qualcosa per voi.)

"Di tutto cuore, se non è molesto, vorrei rispondere a quanto ricevuto.
Mi piacerebbe sottolineare, che non sono stati solo strumenti, quelli che il Liceo mi ha dato, al contrario, ne sono uscita con l'animo colmo di gioia, affetto, speranza, voglia di dare, di restituire, invasa dalla riconoscenza e dal desiderio di farmi dono. Non ho solo ricordi da adagiare in un bel cassetto appositamente adibito, e da tirar fuori con qualche amico in un del tutto incerto futuro, così, quasi per caso; ho invece qualcosa di ancora vivo, oserei dire persino incandescente, qualcosa che ha segnato in modo irreversibile la mia piccola esistenza e che dunque ancora mi infiamma. Perché il mio Liceo ha saputo esattamente accendere un fuoco in un petto che aspettava solo una mano a dar scintilla, un fuoco degno dello stesso Prometeo. Il mio Liceo, ha saputo tirare fuori il meglio di me, e lo ha fatto sì attraverso rimproveri - come negarlo, - ma lo ha fatto soprattutto attraverso una grande fiducia, una grande disponibilità, lo ha fatto con la delicatezza di una mano materna - o paterna, in base ai casi! - e una mano amica.

Il Liceo per me ha aperto uno squarcio in un pirandelliano cielo di carta, facendo certo crollare un mondo su misura, protetto e controllato, aprendo i confini dell'incertezza, ma aprendo innanzi tutto un infinito, con tutta la sua bellezza, e specialmente con la vastità del suo possibile.

Il Liceo. Ancora mi è difficile credere che sia finito, è chiaro che ne sono uscita con anche una gran bella dose di malinconia, consapevole di quanto continuerà a mancarmi. Ma la Nostalgia mi ha sempre insegnato ad apprezzarla, poiché è sempre venuta a me con una grande verità: quella di aver amato, e dunque vissuto, perché se fosse stato altrimenti, lei non si sarebbe certo scomodata. E quando si pensa all'amore, vengono sì in mente "cose" che si amano, ma soprattutto appaiono "persone", perché le persone sono sempre ciò che fa la differenza, e il Popolo del mio Liceo, ha fatto la differenza. Nella speranza che questa parola, tanto piccola agli occhi e alle orecchie, possa invece arrivarvi in cuore con tutta la sua forza e grandezza, semplicemente: GRAZIE."

Federica Zanini